Nel 1795 il filosofo Immanuel Kant pubblicò il suo scritto Per la pace perpetua. Dopo la pace di Basilea, tra la Francia rivoluzionaria e la Prussia, patria di Kant, si apriva finalmente al mondo una prospettiva di pace. Ma il filosofo non si lasciava cullare dall’illusione, richiamando l’attenzione del lettore contemporaneo sul rischio di un trattato di pace, solo temporaneo e più simile all’armistizio, che portava già in sé i semi di una nuova guerra.
Nel suo coraggioso testo, Kant disquisisce con passione e razionalità dell’obiettivo teorico ma non utopistico della Pace perpetua, e lo fa con la lucidità del filosofo ed il rigore del giurista. La pace perpetua è un’utopia reale, un impegno comune, un dovere. La strada è lunga e il percorso è graduale e faticoso. Ce lo insegnano la storia e, purtroppo, l’attualità.
Che cosa suggerisce Kant a noi contemporanei?
Non separate la morale dalla politica
Fate attenzione a non separare la morale dalla politica. Guardate con sospetto al moralista politico che agisce empiricamente, valutando le scelte di volta in volta, con il rischio di gravi deviazioni dal giusto per sottomettere gli altri al proprio potere. Incoraggiate, invece, il politico morale che si muove seguendo principi universali e tendendo sempre di più al fine ultimo: migliorare i rapporti tra gli Stati, anche mettendo a rischio il suo interesse particolare.
I principi universali e l’imperativo categorico
I principi universali rinviano all’imperativo categorico, la celebre massima Kantiana: “agisci soltanto secondo quella massima che, al tempo stesso, puoi volere che divenga una legge universale“. Diffidate dai politici che tramano in segreto e non vogliono dare pubblicità alle loro azioni!
Tutte le azioni relative al diritto di altri uomini, la cui massima non comporti pubblicità, sono ingiuste.
Percorrete per gradi la via alla Pace perpetua
Contribuite a costruire la Pace perpetua a piccoli passi, con tenacia e speranza, come un ideale realizzabile con una approssimazione progressiva all’infinito:
Se è un dovere, e insieme una fondata speranza, realizzare una situazione di diritto pubblico, sebbene solo con una approssimazione progressiva all’infinito, allora la pace perpetua … non è idea vuota. E anzi, sarà un compito che, assolto per gradi, si avvicinerà sempre più velocemente al suo adempimento…
La Pace perpetua è un impegno, un imperativo, una tensione che coinvolge l’intera umanità. Di nuovo: diffidate dalle soluzioni rapide e dalle facili promesse dei moralisti politici.