Qualche giorno fa, ho letto (tutto d’un fiato: è un testo molto breve) Passione semplice di Annie Ernaux (nell’edizione BUR Rizzoli, 2013). Il romanzo è uscito per la prima volta in Francia nel 1991, e ha fatto parlare molto di sé. È la storia di una passione assoluta e devastante di una donna nei confronti di un uomo: un uomo sposato, straniero, spesso lontano. La vita della protagonista è sospesa tra l’attesa dell’incontro e la paura della partenza, dell’abbandono di lui:
Non avevo altro avvenire che la prossima telefonata d’appuntamento.
Tutto gira intorno agli incontri con quest’uomo, di cui non conosciamo nome (solo un’iniziale: A.) o professione. Di lui sappiamo davvero poco, quasi solo l’attesa e i brevi incontri delimitati dal rumore della sua auto: l’arrivo e la ripartenza:
Un lasso di tempo delimitato da due rumori d’automobile – la sua R 25 che frenava, ripartiva – in cui ero sicura che non vi fosse mai stato nulla di più importante nella mia vita (né avere figli, né vincere concorsi, né compiere viaggi in luoghi lontani) dello stare a letto con quell’uomo in pieno pomeriggio.
Una passione senza amore
Non c’è amore tra la protagonista e quell’uomo. C’è tra i due un’intensa e forte attrazione sessuale. Per lei, la passione si trasforma in disturbo, in un’ossessione che la rende estranea alla vita quotidiana, ai suoi normali interessi e agli affetti.
La salvezza nella scrittura
Eppure, lei scrive. Scrive per rimanere in quel tempo e per rivivere gli attimi intensi della sua presenza. Ed è con grande coraggio che lei decide di raccontare al mondo la sua passione. La scrittura personale, ancora aperta al cambiamento, diventa romanzo. Il testo buttato giù nei momenti di attesa, diventa testimonianza pubblica che mette a nudo la sua passione.
Qui ancora, davanti ai fogli coperti della mia scrittura piena di cancellature, illeggibile se non da me, posso credere che si tratti di qualcosa di personale, di quasi infantile e senza conseguenze – come le dichiarazioni d’amore e le frasi oscene che scrivevo in classe all’interno delle copertine dei miei quaderni, o tutto ciò che si può scrivere tranquillamente, impunemente, tanto si è sicuri che nessuno lo vedrà. Quando comincerò a ricopiare questo testo a macchina, quando mi apparirà in caratteri, per così dire, pubblici, la mia innocenza sarà finita.
Varrebbe la pena di leggere Passione semplice anche solo per questo: per il coraggio di una scrittura che rende pubblica al mondo una passione, quella vissuta dalla protagonista e, forse, dall’autrice stessa. Non sono molti gli scrittori che hanno saputo restituire al lettore il valore del loro “pubblicare”. Annie Ernaux ha saputo farcene dono. Non mi resta che augurarvi una buona lettura!