Uno dei libri che ho amato di più nei primi anni del mio lavoro di bibliotecaria è certamente La variante di Lüneburg, il romanzo che ha reso noto l’autore friulano Paolo Maurensig. Ambientato negli anni drammatici della seconda guerra mondiale, La variante di Lüneburg narra della partita a scacchi tra due maestri la cui posta in gioco è la vita umana. Così, leggendo le prime pagine de La mossa giusta di Enrico Franceschini, ho avuto la sensazione di essere ritornata lì, tra le pagine di quel libro amato e letto e riletto: perché anche qui una partita a scacchi è il centro del disegno diabolico elaborato da un carnefice. La vittima avrà salva la vita solo se ne risulterà vincitore. Ed è così che avviene: è il 1918 e il giovane Ossip Bernstein, ebreo ucraino, già campione di scacchi, si salva dal plotone di esecuzione solo perché l’ufficiale bolscevico, che ha l’ordine di fucilarlo in quanto banchiere ebreo al servizio dei bianchi, decide di sfidarlo agli scacchi, lasciando che sia quella partita a decidere della sua vita. Questa, in realtà, non è la trama di un romanzo fantastico, ma di quello che lo stesso autore definisce “una biografia romanzata” o forse un “romanzo biografico”. Sì, perché Ossip Bernstein è realmente esistito e quella partita a scacchi che gli ha salvato la vita è realmente avvenuta. Dobbiamo dunque riconoscere ad Enrico Franceschini il merito di aver fatto conoscere anche ai lettori italiani la figura di Ossip Bernstein, “ebreo ucraino, naturalizzato francese, uno dei più forti giocatori di scacchi al mondo, oltre che brillante avvocato d’affari”.
L’ebreo errante al cospetto della storia
La mossa giusta è un romanzo denso: ogni pagina racconta un pezzo importante della storia europea e mondiale, rivelandone anche aspetti dimenticati o taciuti: i pogrom consumati in Ucraina ben prima dell’antisemitismo nazista, per esempio, oppure la guerra civile tra rossi e bianchi in Urss. Le vicende personali di Ossip si incrociano continuamente con i grandi eventi della storia: “Per ben tre volte Bernstein ha fatto fortuna e perso tutto: con la rivoluzione di Lenin nel 1917, con il crollo di Wall Street nel 1929, con la conquista nazista di Parigi nel 1940, ripartendo sempre da zero”. Come l’ebreo errante, Ossip si muove da un paese all’altro, come una pedina sulla scacchiera della storia mondiale.
La forza dei legami umani
Ma nonostante l’avversità degli eventi, Bernstein racconta la resistenza delle relazioni umane. Se il legame con Vilma, la moglie che rimane con lui fino alla fine, è forte e leale, non meno leale è la sua amicizia con Joseph Klausner, figura di spicco nell’ambiente culturale sionista. Nel romanzo, l’ufficiale bolscevico, con cui Bernstein gioca la partita fatale, è Anastas Ivanovich Mikoyan: l’uomo politico di origine armena che avrà un ruolo di potere nell’Unione sovietica. Si incontreranno ancora, per giocare la partita della rivincita e per condividere un patto di lealtà fondato sulla stima reciproca.
Mentre l’Ucraina di Bernstein brucia, non è possibile ignorare queste pagine che raccontano il dramma della guerra e la tragedia della violenza.
Ringrazio l’autore e la casa editrice per la copia omaggio.
DESCRIZIONE
Odessa, Ucraina, 1918. Mentre infuria la guerra civile fra rossi e bianchi, sette uomini sono in piedi contro un muro, davanti al plotone di esecuzione. Un attimo prima che i soldati bolscevichi aprano il fuoco, un ufficiale nota un nome nell’elenco dei condannati a morte e chiede se per caso è il famoso giocatore di scacchi. L’uomo risponde di sì. L’ufficiale non è convinto. «Facciamo una partita», gli propone. «Se perdi significa che menti e verrai fucilato. Se vinci sei davvero il campione di scacchi e ti lasceremo andare.» Il condannato è Ossip Bernstein, ebreo ucraino, brillante avvocato d’affari a Mosca e uno dei più forti scacchisti del mondo. La rivoluzione di Lenin lo ha espropriato di tutti i suoi averi. Quando è stato arrestato stava cercando di imbarcarsi dalla città sul Mar Nero per fuggire in Europa insieme a moglie e figli. Ma la partita a scacchi da cui ora dipende la sua vita segna l’inizio di una straordinaria avventura, che passa dalla Parigi degli anni ruggenti, viene investita dal crollo della Borsa di Wall Street, rimane travolta dalla Seconda guerra mondiale e dall’Olocausto, per concluder- si durante la guerra fredda, quando Stati Uniti e Unione Sovietica si ritrovano avversari in una sfida che potrebbe scatenare un conflitto a colpi di armi nucleari: e anche in quel caso l’esito dipende da una scacchiera, su cui è necessario fare la mossa giusta. Ispirato da un personaggio realmente esistito, un thriller sulla fuga senza fine di un ebreo errante attraverso il Novecento. E sul più crudele dei giochi: gli scacchi.