In questa estate così particolare e difficile, penso che altri, come me, stiano passando le proprie vacanze a casa. Se siete anche voi comodamente sdraiate sul divano o sul terrazzo di casa, vi suggerisco di perdervi per qualche ora sui monti de Le otto montagne, di Paolo Cognetti (Einaudi 2016). In realtà l’ho letto l’anno scorso, ma in questi giorni l’ho ripreso in mano, con infinito piacere.
Ed ecco tre buoni motivi per leggerlo:
- I personaggi: reali, profondi e scavati come le montagne.
- La trama: mai banale. È un romanzo di formazione che racconta una grande storia di amicizia e un doloroso percorso alla scoperta del padre.
- Il paesaggio: anche se non amate la montagna, il romanzo vi farà scoprire il fascino sacro e ancestrale di questi luoghi.
La trama, in due parole: Pietro e la sua famiglia vivono in città. La madre lavora in un consultorio, il padre è un chimico, che torna a casa alla sera stanco e arrabbiato. I genitori di Pietro amano la montagna: lì si sono conosciuti ed innamorati. Per questo decidono di passare la vacanze estive nel paesino di Grana, ai piedi del Monte Rosa: vi ritornano ogni anno e vi trascorrono una vita assolutamente alternativa a quella di città. È a Grana che Pietro conosce Bruno, un ragazzo della sua stessa età, che vive in montagna tutto l’anno: naturale che nasca una grande amicizia, che durerà nel tempo, pur tra difficoltà ed incomprensioni.
Il resto non ve lo racconto per non togliervi il piacere della scoperta.