Copertina del libro con la foto di una ragazza di spalle

Un’inconsueta felicità

Un’inconsueta felicità, di Donatella Sasso. Golem, 2021

La biblioteca già la conosceva, ci aveva fatto
lo stage due anni prima. Era piaciuta alla direttrice, la dottoressa
Panelli, e ai colleghi. Le avevano detto che l’avrebbero
richiamata. Poi il silenzio, fino alla Vigilia di Natale.
All’epoca dello stage era stata quasi una vacanza, con la sua
amica Martina, nell’ostello affacciato sul mare.
Ora sembrava tutto più faticoso e un po’ vertiginoso. Un’altra
città e per molto tempo…

È di Stellina che parla il narratore: una giovane donna che si trasferisce, per un lavoro a tempo determinato, in una città indimenticabile e bellissima seppure mai citata per nome. Città che chiunque abbia percorso saprà riconoscere immediatamente.  E così: nuovo appartamento, nuovi vicini, nuovo lavoro e nuovi colleghi;  davanti a Stellina si apre la porta per una vita nuova, con il fascino dell’aspettativa e il timore dell’insicurezza. Ma nella sua nuova vita Stellina incontra quattro persone che mettono in discussione le sue certezze e che la aiutano ad affrontare i nodi irrisolti della sua esistenza. Così, lontana da lei, Stellina affronta con consapevolezza il difficile rapporto con la madre e ricostruisce la sua storia a partire dai ricordi più cari.

Un’inconsueta felicità  è un  romanzo delicato che affronta con sensibilità il tema dei sentimenti e della maturazione affettiva. La narrazione scorre lieve e trasporta  il lettore nell’incanto del paesaggio vissuto da Stellina, tra i colori e le atmosfere racchiusi tra cielo e mare.

Quella dove era venuta a vivere era inequivocabilmente una
città appoggiata sul Mar Mediterraneo. Gli effluvi marini, il potente
odore del pesce appena pescato, o sapientemente importato,
che sgattaiolava dalle architetture orientali del mercato coperto,
le folate di vento, i colori chiari delle case non lasciavano
spazio alla fantasia. Neppure il cielo, venato di argento nei giorni
di pioggia, o color pervinca nei giorni di sole, poteva mentire.

La storia tocca, con riguardosa sensibilità, i temi dell’autismo e della malattia, attraversandoli senza indifferenza ma, oserei dire, con partecipazione e rispetto.

Infine, un particolare che descrivo con affetto è la professione di Stellina, giovane bibliotecaria alle prese con le prime esperienze lavorative, in una biblioteca che tutte le invidiamo:

La biblioteca fluttuava sul mare come una nave che sta quasi
per attraccare.
Per via del contenuto prezioso, milioni di libri già sapientemente
catalogati, era scortata da vigili palme inquadrate in fila
indiana.
Dagli oblò si scorgeva il porto rimesso a nuovo dal più famoso
architetto del mondo. Sapeva di Oriente e di alture alpine,
di rigore moderno interrotto da rovine antiche, di risate di
bambini e di silenzi di anziani marinai in cerca delle banchine
da cui erano partiti per il mondo, in un tempo ormai lontano.

Lettura CONSIGLIATA 😃

Link al sito della casa editrice Golem

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