La luna di Kiev e la luna di Minsk

Chissà se la luna
di Kiev
è bella
come la luna di Minsk …

Lo so, lo so, Rodari parlava della luna di Roma, non di quella di Minsk. Ma in questi giorni, davanti alle notizie dell’orribile guerra, la mia mente ritorna al ricordo di loro, dei bambini di Cernobyl. Abbiamo ospitato bambini bielorussi colpiti dall’effetto Cernobyl per otto anni: otto bambini, ogni anno un bambino diverso. Venivano in Italia per trascorrere un mese di serenità e di benessere, un piccolo rimedio contro gli effetti di un’esplosione avvenuta prima che loro nascessero. Come dimenticare gli abbracci all’arrivo, per consolarli dal distacco dalla loro mamma? E le lacrime alla partenza, dopo un mese e tante esperienze vissute insieme? Otto bambini che mi hanno lasciato qualche parola di russo e il fascino per la loro cultura e tradizione millenarie. Dove sono ora, questi bambini, ormai adulti? Riescono a vedere la luna dietro il fumo dei bombardamenti? Quella luna che è la stessa nostra luna ed è la stessa di Kiev! Ma i confini dividono, ora più che mai, la Bielorussia dall’Ucraina: quei confini che a nulla valsero contro la nube atomica uscita dalla centrale nell’86. Perciò, quando guardate la luna, pensate alla luna di Kiev e anche a quella di Minsk … sono la stessa luna:

Viaggiando quassú
fo’ luce a tutti quanti,
dalla Cina al Perú,
dall’Ucraina al Lazio,
e i miei raggi
non pagano dazio

Così scrive Gianni Rodari….

La luna di Kiev è ora pubblicata da Einaudi Ragazzi, con le belle illustrazioni di Beatrice Alemagna.

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